Daniotti, S. Trend e prospettive di sviluppo delle biotecnologie marine in Italia e in Europa. Un’analisi tecnico-economica, normativa e finanziaria delle applicazioni alimentari e farmaceutiche.

Sara Daniotti

Trend e prospettive di sviluppo delle biotecnologie marine in Italia e in Europa. Un’analisi tecnico-economica, normativa e finanziaria delle applicazioni alimentari e farmaceutiche.

Rel. Claudia Binda, Ilaria Re. Università degli Studi di Pavia, Dipartimento di Biologia e Biotecnologie, Corso di Laurea magistrale in Biotecnologie Avanzate, A.A. 2019/2020.

In collaborazione con Consorzio Italbiotec.

 

 

 

Abstract

L’ambiente marino è considerato tra i driver a più alto potenziale per la crescita economica, competitiva ed innovativa europea, in grado di generare nuova occupazione, di introdurre sul mercato innovazioni tecnologiche d’avanguardia, di sviluppare processi produttivi alternativi a quelli che fanno ricorso a fonti fossili contribuendo alla transizione verso sistemi più sostenibili. In particolare, l’Italia con oltre 8.000 km di coste e il 40% del territorio marino vede nel mare un grande potenziale per lo sviluppo del settore industriale e dell’economia nel suo complesso. Nonostante la grande importanza che l’ambiente marino ha per il nostro Paese, lo sviluppo e l’innovazione tecnologica nell’ambito della Blue Growth mostrano un significativo ritardo. In particolare, le biotecnologie marine, definite come “l’applicazione della scienza e della tecnologia a organismi viventi provenienti da risorse marine, così come parti, prodotti o modelli di questi, per la produzione di conoscenza, beni e servizi”, rappresentano un’enorme opportunità imprenditoriale e occupazionale in grado di dispiegare il potenziale delle risorse marine. Il presente elaborato è stato svolto presso Consorzio Italbiotec, la principale organizzazione no profit italiana operante nel settore delle biotecnologie industriali. Il Consorzio, partner del progetto di ricerca ITEM finanziato dal Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca e membro del Cluster Blue Italian Growth è da sempre sensibile ai temi di salvaguardia e valorizzazione dell’ambiente marino. Questo studio ha, quindi, lo scopo di misurare in termini qualitativi e quantitativi il valore delle biotecnologie marine italiane con un focus sull’uso di molecole bioattive per applicazioni farmaceutiche e alimentari, definendone i trend di crescita ed analizzando a livello nazionale i limiti allo sviluppo di questo settore così promettente. La metodologia di ricerca si basa sull’integrazione di diverse fonti: dataset elaborati da Consorzio Italbiotec, che definiscono la dimensione pubblica della ricerca scientifica, la profittabilità delle aziende e gli investimenti in ricerca e sviluppo nel settore, analisi della più recente bibliografia per definire tecnologie, barriere, opportunità delle biotecnologie marine e analisi della normativa europea e nazionale che influenza questo mercato. Nei risultati, vengono analizzate le principali risorse marine e le applicazioni sulla base di un’estensiva analisi bibliografica. Nonostante la conoscenza estremamente limitata dell’ambiente marino – si stima che solo il 9% sia noto -, un numero notevole di composti provenienti da questi organismi viene ampiamente commercializzato per le applicazioni più diverse, come la produzione di alimenti o additivi, biocarburanti, materiali polimerici, reagenti di laboratorio e composti bioattivi come farmaci, cosmeceutici e nutraceutici. Tra gli organismi marini, particolarmente interessanti risultano le microalghe per l’enorme quantità di composti che sono in grado di generare e gli organismi provenienti da ambienti “estremi” per la particolarità dei composti e degli enzimi che producono, in grado di resistere alle condizioni generalmente utilizzare durante i processi industriali. La commercializzazione di questi prodotti altamente innovativi permette di stimare un valore delle biotecnologie marine in Europa intorno ai 1,04 miliardi di dollari (dati 2020); si prevede che questo mercato, trainato dalla scoperta di nuovi prodotti nonché dalla maggiore inclinazione dei consumatori verso alternative sostenibili e naturali, crescerà in maniera sostenuta nei prossimi anni, raggiungendo 1,42 miliardi di dollari nel 2026. Riconoscendo, quindi, il ruolo strategico del mare, nel 2012 la Commissione Europea ha adottato la Blue Growth Strategy, che individua nelle biotecnologie blu il settore che, sebbene ancora in via di sviluppo, potrebbe avere un impatto maggiore sull’economia europea. Mediante programmi di finanziamento come Horizon 2020, il Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca, il programma Interreg, la Commissione Europea supporta, inoltre, numerosi progetti di ricerca e sviluppo in questo settore. Allo stesso modo, in Italia le biotecnologie marine sono centrali all’interno di diversi documenti programmatici, come nel caso del Piano d’Azione del Cluster Blue Italian Growth e la Strategia per la Bioeconomia. Un settore che seppur sia considerato ad elevata potenzialità per la crescita economica dell’Italia, è ancora orfano di una strategia nazionale che supporti una maggiore omogeneità normativa tra le diverse applicazioni legate alle biotecnologie blu. L’analisi dei dataset mostra, infatti, un comparto di dimensioni ancora modeste e poco sviluppato nonostante le potenzialità soprattutto sul fronte industriale: sono state individuate solo 36 aziende nel settore delle biotecnologie marine per applicazioni farmaceutiche e alimentari su un totale di 536 aziende biotecnologiche operanti sul territorio nazionale. Tuttavia, si registra un trend di sviluppo positivo sia nel fatturato delle principali aziende identificate quasi raddoppiato tra il 2015 e il 2019, sia nei progetti finanziati, passando da 2 progetti nel 2014 a 64 nel 2019 per un totale di 239 progetti nell’ultimo ciclo di programmazione (2014-2020). Di questi, solo 31 progetti (13%) afferiscono al settore delle biotecnologie marine, ma nonostante questo, si collocano in una posizione di rilievo rispetto alle traiettorie identificate nel piano di azione del cluster BIG, ricoprendo il terzo posto sia per finanziamento con poco più di 14 milioni di euro (14%) sia per budget con quasi 115 milioni di euro (16%). A questo si aggiunge un numero elevato di atenei e centri di eccellenza presenti sul territorio italiano (57, di cui il 25% con una linea di ricerca dedicata alle biotecnologie blu) che oltre ad occuparsi della ricerca di base, offrono 51 corsi erogati da 19 università diverse. Il rafforzamento delle competenze trasversali è un obiettivo condiviso da tutti i corsi di laurea, chiamati sempre di più alla formazione di nuovi professionisti dotati di competenze multidisciplinari che sappiano coniugare saperi nei settore biologico, chimico, economico e legislativo, fondamentali per affrontare un settore estremamente trasversale come quello della Blue Growth. Esistono, tuttavia, una serie di limiti conoscitivi, tecnologici, infrastrutturali, ambientali e normativi che, a livello nazionale, impediscono il pieno sviluppo delle biotecnologie marine. La difficoltà nel raccogliere campioni dai fondali marini nonché nell’analizzarli limita fortemente la scoperta di nuovi organismi e molecole bioattive, a cui si aggiunge la quasi totale assenza di infrastrutture, intese come laboratori, imbarcazioni, database, dedicate alle biotecnologie marine piuttosto che alle scienze marine in generale. La commercializzazione di nuovi prodotti di origine marina è inoltre limitata dalla difficoltà nello scalare volumi e processi per produrre una quantità di prodotto che soddisfi le richieste del mercato e, contemporaneamente, risulti sufficiente per evitare la raccolta diretta di organismi e molecole dai fondali marini, operazione che danneggerebbe i fragili ecosistemi naturali. Infine, la frammentazione normativa contribuisce a frenare ulteriormente la crescita di questo settore: in mancanza di una strategia nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie blu, ciascun prodotto di origine marina risulta, infatti, regolamentato in maniera differente a seconda del suo uso finale. Sulla base delle potenzialità e dei limiti evidenziati in questo elaborato, le conclusioni forniscono quindi una serie di raccomandazioni e priorità cruciali per lo sviluppo del settore, al fine di renderlo tra i più competitivi in Europa.

Parole chiave

Biotecnologie marine, sostenibilità, blue growth, farmaci, applicazioni alimentari.