Bergami, G. Covid-19: una possibile lezione per l’emergenza climatica?

Giosuè Bergami

Covid-19: una possibile lezione per l’emergenza climatica?

Rel. Claudia Lupi. Università degli Studi di Pavia, Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente, Corso di Laurea in Scienze Geologiche, A.A. 2019/2020.

 

 

 

Abstract

La presente tesi mi è stata assegnata dalla prof.ssa Claudia Lupi nell’ambito delle sue ricerche su paleoclimatologia e cambiamento climatico globale. L’idea è nata durante il periodo di “lockdown” imposto in Italia in seguito allo sviluppo della pandemia da Covid19 iniziato il 10 marzo 2020. Fin dai primi giorni di chiusura di attività lavorative e commerciali sia in Italia che in altri paesi d’Europa coinvolti sono stati registrati effetti di ripresa ambientale, come il ritorno della fauna selvatica nei pressi dei centri abitati ed il miglioramento della qualità dell’acqua e dell’aria ad esempio intorno ad importanti porti o nella laguna di Venezia ed in Pianura Padana. Giornali e mass media pubblicarono così svariati articoli, fotografie e video a testimonianza di effetti benefici su flora e fauna correlabili con una diminuzione dell’azione antropica sull’ambiente. Si cominciò a parlare di effetti climatici del Covid-19. In uno studente di scienze come lo scrivente e per persone interessate allo stato di salute del nostro pianeta è nata spontaneamente la domanda se fosse vero che il “lockdown” potesse avere, in breve tempo, degli effetti benefici sull’ambiente e se questi effetti potessero protrarsi nel tempo generando dei positivi effetti climatici. Pertanto, la presente tesi si prefigge di investigare se il Covid-19, cioè la crisi sanitaria, abbia punti in comune con la crisi climatica e se possa essere considerato un laboratorio climatico naturale di quelli che sono gli obiettivi assegnati a ciascun paese firmatario degli Accordi di Parigi dell’ONU (COP21, 2015) in termini di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico. Per il presente studio ho analizzato i dati disponibili circa il contenuto in CO2 nei diversi mesi del 2020 confrontandoli con i dati pregressi. In particolare ho utilizzato i database della stazione di misurazione “Mauna Loa Observatory” per avere un quadro globale delle variazioni e i dati dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – ISPRA per i dati relativi all’Italia. Attraverso il confronto tra misurazione del 2020 e anni passati ho provato a valutare se:
– il “lockdown” ha avuto effetti ambientali misurabili;
– gli eventuali, effetti (come la diminuzione di gas serra contenuti in atmosfera o il miglioramento della qualità dell’aria) siano di lunga o breve durata;
– le eventuali diminuzioni siano comparabili con gli sforzi richiesti ai vari paesi dagli accordi di Parigi.

Parole chiave

Sostenibilità, agenda 2030, COP21, mitigazione.