L’Invasione delle Microplastiche: Impatti Ambientali e Rischi per la Salute

L’inquinamento ambientale da plastica ha raggiunto livelli inaccettabili. Grandi quantità di plastica sono state trovate nelle nostre acque. È inevitabile che, dopo un lento degrado, oltre ad avere effetti tossici sulla fauna, queste sostanze entrano anche nella catena alimentare. Dal processo di degradazione della plastica, prendono vita particelle di plastica di dimensioni molto diverse, anche microscopiche. Le microplastiche in particolare sono particelle con dimensioni inferiori ai 5 mm. Le microplastiche possono finire nei corpi idrici attraverso diversi meccanismi:

Scarichi di acque reflue

Le microplastiche possono essere presenti negli scarichi di acque reflue provenienti da case, industrie e impianti di trattamento delle acque. Se le acque reflue non sono adeguatamente trattate, le microplastiche possono finire direttamente nei bacini d’acqua circostanti.

Rilascio diretto

Le microplastiche possono essere rilasciate direttamente nell’ambiente attraverso l’uso di prodotti che ne contengono, come cosmetici, prodotti per la cura personale o detergenti per lavatrice. Le microplastiche possono essere rilasciate negli scarichi domestici e quindi raggiungere i sistemi idrici.

Degradazione di rifiuti di plastica più grandi

Prodotti in plastica di dimensioni più grandi possono andare incontro a processi di frammentazione in seguito all’esposizione alla luce solare, all’azione meccanica dell’acqua o al deterioramento chimico così da essere trasformati in prodotti in plastica di dimensioni molto più piccole, quasi microscopiche, in grado di causare enormi danni all’ecosistema marino.

Deflusso delle acque piovane

Le microplastiche presenti sulle strade, nei parcheggi o in altre aree urbane possono essere trasportate via dalle acque piovane fino a raggiungere i sistemi di drenaggio, che a loro volta possono scaricarle nei bacini d’acqua circostanti, come fiumi, laghi o oceani. In uno studio del 2021 è stato calcolato che in media ingeriamo da 0,1 a 5 grammi di microplastica ogni settimana (5 grammi è l’equivalente in peso di una comune carta di credito!) a seconda della regione in cui si vive, dello stile di vita e della dieta. Questi dati e la sempre maggiore esposizione dell’uomo alle micro- e nanoplastiche hanno da qualche anno attirato l’attenzione di medici e ricercatori che sempre più spesso si chiedono quali possano essere gli effetti di tale esposizione sulla salute degli esseri viventi.

L’Università di Pavia, il Comune di Pavia e l’Associazione Plastic Free, legate assieme da un protocollo d’intesa puntano i riflettori sul problema delle microplastiche e invita tutta la comunità accademica interessata.

Se ne parlerà il 3 aprile alle 21.00 presso la Sala del Broletto con esperti ricercatori dell’Università di Pavia e di Palermo affrontando il tema sotto diverse angolature e prospettive: la presenza di microplastiche nel fiume Ticino, la presenza delle microplastiche nei cibi e nel corpo umano, possibili soluzioni per una biodegradazione delle stesse.

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